2023-12-06

Schermata di Obsidian sul mio PC

Chi mi conosce sa che negli anni ho sviluppato un certa ossessione per le app di produttività e nello specifico per le applicazione che utilizzo per gestire le note.

Come ci racconta il tormentato Horselover Fat in Valis (Philip K. Dick, 1981) la natura dell’universo è informazione e i nostri pensieri non sono altro che gli sforzi del nostro cervello di fruire, organizzare e ri-organizzare le informazioni relative all’universo stesso.

Da questi pochi pensieri nasce la mia ricerca senza fine dello strumento perfetto per dare struttura alle mie informazioni. Nonostante l’obiettivo sia molto semplice, le modalità per raggiungerlo sono estremamente eterogenee e anche piccole differenze possono portare a impatti significativi. Cercare di razionalizzare i propri pensieri è un vero e proprio linguaggio che usiamo con noi stessi per dare senso a quello che ci circonda.

Dopo tanto affannarmi penso però di aver finalmente trovato la mia soluzione: Obsidian.

Perché Obsidian?

La bellezza di Obsidian risiede essenzialmente in 3 aspetti principali:

Offre le stesse possibilità di Notion o altri software similari, garantendo però una maggiore indipendenza e soprattutto un’esperienza libera dalle migliaia di feature inutili.

Il mio setup

Ma veniamo al cuore della questione, come funziona il mio Obsidian? Innanzi tutto Obsidian si articola in Vault, ovvero delle cartelle in cui contenere i propri file di testo.

Per il mio setup ho creato vault per la gestione delle note, uno per il “Lavoro”, salvato direttamente all’interno di OneDrive Aziendale, l’altro dedicato al mio utilizzo “Personale” all’interno di iCloud. La possibilità di caricare questi pacchetti di testo su cloud diversi mi permette di accedere dai device che preferisco, senza avere compromessi riguardo a policy aziendali o gap di sicurezza.

In termini di cartelle e tag ammetto che c’è ancora un po’ di confusione, ma sto cercando di imparare dal migliore

Plugin e Temi

Come anticipato qualche riga sopra, la propria esperienza di Obsidian dipende dal setup che viene impostato dall’utente. Nel mio caso ho cercato di limitare al massimo l’utilizzo di plugin non necessari per tenere l’ambiente pulito. I principali sforzi sono stati nella creazione din un interfaccia che mi aiutasse a concentrarmi sull’attività di scrittura.

Limitazioni

L’app tuttavia non si può dire perfetta. Come ogni software è estremamente opinionated e questo come sempre porta a dei tradeoff che possono essere più o meno significativi.

La sincronizzazione cross-device, soprattutto da mobile può essere abbastanza scomoda se non si decide di fare optin sul sync a pagamento offerto.

Un altro gap che potrebbe far storcere il naso è l’impossibilità di collaborazione tra più utenti (almeno in maniera nativa). Personalmente ho sempre vissuto la creazione di contenuti testuali come un esperienza principalmente individuale, ma ciononostante non può non essere menzionato tra le limitazioni della soluzione.

In ultimo, Obsidian non è un database, per quanto sia presente una estensiva capacità di gestire meta-dati e siano sicuramente disponibili molteplici plugin in questo ambito, sicuramente non permette di fare manipulation/visualization in maniera semplice come su Notion o Airtable.